WhatsApp è una delle app di messaggistica più utilizzate del momento e a quanto pare è anche una delle prove più comuni all’interno dei divorzi.
Si parla infatti dell’utilizzo all’interno dei processi di questa applicazione di addirittura un 40% in Italia, quindi in tribunale si inizia ad entrare con un telefonino come prova di tradimento.
Sicuramente questa applicazione ha contribuito all’estinzione degli SMS ma a quanto pare secondo all’associazione degli avvocati matrimonialisti italiani, questa applicazione è utilizzata tantissimo anche all’interno dei processi come prova di infedeltà del partner.
Queste le dichiarazioni rilasciate dal presidente dell’AMI: “I social media hanno incentivato i tradimenti in Italia rendendoli più semplici, prima attraverso i messaggi, poi tramite Facebook e ora con WhatsApp.
Gli amanti possono scambiarsi fotografie compromettenti di loro stessi. Abbiamo visto adulteri utilizzare il servizio per portare avanti tre o quattro relazioni.
Queste sono situazioni destinate ad esplodere”. La spunta blu che è stata inserita con il nuovo aggiornamento, potrebbe essere quindi un fiore all’occhiello in quanto addirittura potrebbe dimostrare che il compagno non solo tradisce, ma legge anche il messaggio che gli è stato recapitato e quindi non è più possibile negare l’evidenza di fronte alla tecnologia messa a disposizione dall’app in questione.
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